Piano Aiuti Partite IVA 2021
In questi giorni il governo sta gettando le basi per il piano di aiuti in soccorso delle partite IVA .
Stando alla bozza del decreto "Sostegno", oltre due milioni e mezzo di lavoratori autonomi, liberi professionisti e imprese con un fatturato fino a 5 milioni di euro potrebbero trovarsi di fronte a un bivio: un credito d'imposta per compensare le tasse dovute o un indennizzo a fondo perduto.
Il Ministero dello Sviluppo Economico ha confermato che il nuovo decreto sarà ispirato a una radicale semplificazione delle attuali procedure, superando lo schema normativo improntato sulla base dei codici ATECO e favorendo l’automatismo dell'erogazione in tutti i casi in cui ciò risulta possibile ed eventualmente prevedendo anche in modo opzionale la possibilità di compensazione in dichiarazione dei redditi.
Perché uno degli aspetti più critici, accentuato dalla fase di stallo e di ripresa dei lavori che ha accompagnato la crisi politica delle scorse settimane, è rappresentato proprio dai tempi di erogazione dell’aiuto ad attività economiche soverchiate dalla nuova ondata di chiusure, non più accompagnate da sostegni economici a partire dall'inizio anno.
L’archiviazione dell’ormai inservibile parametro basato sulle perdite di aprile 2020 rispetto allo stesso mese del 2019 impone inevitabilmente la costruzione di una nuova piattaforma, gestita ancora da Sogei, per la raccolta delle informazioni e delle autodichiarazioni sulle perdite subite nel 2020.
Tuttavia il governo punta a creare una strada veloce che permetta di avviare i bonifici entro 10 giorni dall'entrata in vigore del decreto e di completarli entro la fine di aprile.
Va in ogni caso detto che il cantiere dei nuovi indennizzi è ancora aperto e le ipotesi allo studio sono molteplici.
Fra quelle circolate nelle ultime ore, che riguardano in particolare gli oltre due milioni e mezzo di partite IVA, non solo spariscono i codici ATECO, ma viene rivisto anche il periodo di riferimento per misurare la soglia di perdite che determina il diritto all'aiuto e la base di calcolo per la percentuale dell'indennizzo a fondo perduto.
I nuovi assegni statali dovrebbero essere riservati a chi ha subito una flessione di fatturato pari ad almeno il 33%. Tuttavia il calcolo sarà basato sul confronto fra i fatturati medi mensili dell'anno passato e quelli del 2019: un meccanismo che nelle intenzioni dei tecnici del governo permetterebbe di cogliere meglio anche i colpi inferti dalla crisi pandemica sulle attività caratterizzate dalla stagionalità.
Il peso dell'aiuto sarà successivamente calcolato in percentuale sulla perdita, con un meccanismo che riduce la quota di copertura statale all'aumentare del fatturato prodotto dall'attività di lavoro autonomo o professionale.
L'idea sarebbe quella di riconoscere un 30% della perdita alle micropartite IVA, quelle con fatturato annuo fino a 100mila euro. Da 101mila a 400mila euro la percentuale scenderebbe al 25%, per poi attestarsi al 20% per chi ha fatturati fra i 401mila e 1 milione di euro e al 15% per chi arriva a 5 milioni.
Un aiuto ad hoc potrebbe essere destinato alle start up che, nella prima tornata di ristori, avevano ricevuto mille euro se persone fisiche e 2mila se persone giuridiche.
Simili aiuti saranno destinati anche alle attività montane, per le quali lo schema allo studio prevederebbe comunque un contributo ulteriore di 600 milioni complessivi da assegnare alla Conferenza delle Regioni per la sua divisione.
Un capitolo degli aiuti andrà infine riservato ai soggetti che superano i 5 milioni di fatturato, un panorama distinto fra PMI e grandi industrie.
Sarebbe destinato a loro l'impianto che si concentra sull'analisi dei costi fissi non coperti da misure precedenti. Anche in questo caso è cruciale il problema dei tempi di attuazione, che sarebbero prolungati dall'attesa dei bilanci.
In soccorso dovrebbero intervenire comunque i dati assicurati dall’incrocio delle fatture attive e passive nel censimento in tempo quasi reale offerto dalla fatturazione elettronica.
Milano, 04/03/2021
Cogede
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