Opportunità Sostenibili e i Giovani di Oggi
Cogede vuole dare spazio ai giovani di oggi, e ha pensato Francesco Nenna, un giovane toscano che risiede a Londra e che ha improntato la sua ricerca e il suo lavoro alla creazione non solo di una linea ma di una vera e propria rivoluzione sostenibile del mondo della moda.
Qual è il tuo progetto e com’è nato?
Dopo tre anni di studio al London College of Fashion e una approfondita ricerca in diverse tecniche di produzione sostenibili evista la scarsità attuale nella considerazione del connubio tra duratura dei materiali e funzione dell oggetto creato, è nata l’idea di creare una collezione che abbia il massimo positivo impatto sociale con il minimo impatto ambientale. Il tutto è realizzato con Bio-materiali per ridurre a zero le nostre emissioni di gas e il post consumer waste (lo spreco dei consumatori). Infatti i materiali usati, quali, la Bio-pelle, il micelio e il lino grezzo sono tutti materiali che si possono reintrodurre facilmente nella biosfera.
Come può integrarsi al mercato di oggi e nelle piccole attività?
Con la nostra performance Fashion Act!on cerchiamo di sensibilizzare pubblico di ogni provenienza sociale e lavorativa ma principalmente i lavoratori dell’industria del fashion. Partecipando all evento o guardando il nostro Instagram account (fashionactionlondon) si possono trovare informazioni riguardanti i problemi della produzione massiva in Asia e quelle dell impatto ambientale del fast fashion e anche suggerimenti su come organizzare la propria attività in maniera sostenibile e utilizzando materiali d’avanguardia. Speriamo inoltre che queste prese di coscienza e suggerimenti possano essere sviluppati in collaborazioni con piccole e grandi aziende.
Se pensi all’Italia, quali sono le cose elementari che le attività che lavorano nella moda potrebbero adottare facilmente diventando più sostenibili?
In Italia partiamo da una posizione privilegiata perché il prodotto di qualità è di per se più sostenibile, in oltre la classicità dei nostri prodotti permette al compratore finale di usarli a lungo nel tempo senza che diventino obsoleti. Ci sono degli accorgimenti aiuterebbero ulteriormente a ridurre ancora di più l’impatto ambientale come i trattamenti delle materie prime o i metodi di trasporto. Ma anche vietando in azienda l’uso della plastica monouso sarebbe un passo importanto. Se qualcuno fosse interessato sarei contentissimo di dargli dei consigli più mirati per la loro azienda.
Che insegnamenti può dare alle persone da adottare nella loro vita quotidiana?
Bella domanda, potrei scrivere per ore! Innanzi tutto consiglio di evitare la plastica, sia negli oggetti monouso che negli indumenti. Se non si può fare a meno di comprare la tuta da ginnastica sintetica all ultimo grido, ci sono delle borse da usare in lavatrice che prevengono alle microfibre di entrare nel sistema acquifero. Un altra cosa fondamentale è comprare locale! Che siano magliette, macchine o cibo. Ma soprattutto rivalutare gli oggetti/vestiari che già abbiamo modificandoli o aggiustandoli.
Quali sono i tuoi prossimi passi?
Presto tornerò in Italia per intraprendere alcuni progetti che hanno preso forma durante la mia esplorazione accademica. Il primo è quello di fare consulenze a piccole aziende locali che sono all oscuro del mondo dell’innovazione e che rischiano di rimanere tagliate fuori dalle grandi aziende che già da anni investono nella ricerca e innovazione sul campo della sostenibilità. In più vorrei dedicarmi a lanciare una mia firma di oggetti e complementi vestiari a impatto zero. Spero di portare ciò che ho imparato nella capitale dell’innovazione in Italia aiutando il mio paese a ritrovare il ‘rinascimento’ di cui tutti sappiamo di essere capaci.
Se, anche voi come Cogede, pensate che il progetto e le idee di Francesco possano avere un impatto positivo non solo sull’ambiente ma anche sulla vostra azienda, contattelo alla sua email francesconenna@me.com e sarà contento di potervi aiutare e consigliare.
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Milano, 06/05/2019