La riduzione della Tasi sulle seconde case

Il calcolo della Tari sulle seconde case rasenta la follia, è ovvio che in quanto seconda casa non può produrre la stessa quantità di rifiuti dell'abitazione principale ma a chi deve riscuotere poco interessa.

Chi non deve pagare

In base a quanto stabilito dalla Legge di Stabilità, la tassa sui servizi indivisibili del Comune deve essere pagata da chi è in affitto solamente se non utilizza l’immobile in questione come abitazione principale. In questo caso, infatti, dovrà versare una quota che oscilla dal 10% al 30% dell’ammontare totale della tassa stessa, mentre la parte residua dovrà essere versata dal proprietario dell’immobile. È utile ricordare che chi è in affitto e utilizza l’immobile come abitazione principale, invece, non dovrà pagare nulla.

Le esenzioni e riduzioni esistono da sempre

Le esenzioni e riduzioni esistono da sempre ma essendo applicabili a discrezione del comune difficilmente verranno mai applicate, difatti in via teorica si potrebbero applicare delle riduzioni per le seguenti casistiche:

  • Abitazioni con un solo occupante;
  • Abitazioni ad uso stagionale o comunque limitato e non continuativo;
  • Soggetti che hanno residenza o dimora per più di 6 mesi all’anno all’estero;
  • Fabbricati rurali ad uso abitativo.

In caso di canone concordato, inoltre, l’aliquota TASI 2018 è ridotta del 25%, mentre in una situazione di comodato d’uso gratuito a parenti entro il primo grado, ovvero rapporto genitori figli, la base imponibile è ridotta del 50%.

Il calcolo della quota variabile

I criteri di calcolo dell’imposta si concentrano poi i principali dubbi e, in particolare, le incertezze riguardano la determinazione della cosiddetta «quota variabile» della Tari, che viene determinata una sola volta per immobile, sulla base del numero degli occupanti dello stesso; Il problema si pone nel momento in cui l'assegnazione del numero di occupanti può essere presunta in maniera del tutto imprecisa dal comune, magari guardando solo la superficie, In questo modo può capitare che si presuma un numero di occupanti addirittura superiore a quello dell'abitazione principale anche se in realtà la seconda casa rimane chiusa tutta l'anno.

Sarebbe invece corretto calcolare la tasi sull'effettivo utilizzo e la conseguente effettiva quantità di rifiuti prodotti; difatti una recente sentenza ha stabilito che chi utilizza la seconda casa esclusivamente per le vacanze ha diritto a uno sconto sulla Tari del 30%.

Pertanto nel caso si fosse interessati a questa possibilità, che non verrà certamente riconosciuta automaticamente, è necessario armarsi della documentazione dei consumi elettrici, gas, acqua per poter così provare che l'utilizzo della seconda casa sia effettivamente legato ad un uso stagionale e inviare richiesta al comune di appartenenza della seconda casa e sperare che la richiesta venga accolta senza dover ricorerre all'avvocato. 

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Milano, 23/05/2018

Team Cogede Consulting
Il Commercialista di Milano e di Pavia