La Tassa di Sbarco di Venezia

La Tassa di Sbarco di Venezia: un Trend Nazionale

Da sempre una delle mete più amate dai turisti di tutto il mondo, Venezia si vede oggigiorno rinnegare il diritto alla mobilità di tutti i viaggiatori.
 

Come Funziona

La città lagunare è nota per il costante sovraffollamento delle sue calle e il suo storico Consiglio di Amministrazione ha pertanto approvato in via definitiva  il regolamento di applicazione del contributo di accesso al centro storico.

La somma varia tra i 2.5 e i 10 euro.  Un nostro collaboratore ha da poco partecipato infatti al suo famoso Carnevale e ha potuto pagare la tassa di sbarco direttamente dalla app Vikey mentre faceva il check in online per il suo Air BnB.  Ha pagato 8 euro.

Non dovrà pagare la tassa chi è nato a Venezia, sia che vive in città sia che vive al di fuori, chi vi si reca per motivi sanitari e chi partecipa alle tifoserie organizzate nel capoluogo.

L’obiettivo della tassa è quello di frenare il turismo di massa di Venezia, colpendo soprattutto chi vi si reca in giornata.  Si stanno valutando sconti sulla tassa per chi invece pernotta nella città almeno per una notte.

I numeri

Venezia ha ospitato nel 2017 9.5 milioni di persone, mentre le presenze sono state 37 milioni.  Ci sono quindi 73.8 visitatori annuali per ogni abitante della città.    La tassa potrebbe portare a un gettito annuo tra i 40 e i 50 milioni di euro se si considera un prezzo medio di 5 euro.  Questi soldi saranno poi adibiti ai servizi urbani per migliorare la vivibilità della città.

La controversia e il trend nazionale

Questa tassa di sbarco che rende privato uno spazio pubblico come le vie delle città è una negazione del diritto alla mobilità e un compromesso alla cittadinanza.  Il centro storico si vede infatti trasformato in un museo all’aria aperta.  Già noti per l’applicazione della tassa di sbarco sono Capri e Ponza e anche Polignano a Mare aveva introdotto un ticket d’ingresso al suo centro storico nello scorso periodo Natalizio.  Interessate a tasse di questo tipo sono anche Firenze e le Cinque Terre.  L’Italia sta quindi correndo il rischio di diventare piastrellata di spazi che dovrebbero essere pubblici in quanto città ma che invece si stanno trasformando in privati diventando inaccessibili per alcuni visitatori.  Si dubita quindi che una tassa per visitare una città sia la soluzione giusta per contenere il sovraffollamento delle città d’arte italiane. 

E voi cosa ne pensate? Scrivetecelo nei commenti!

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Milano, 05/03/2019