Interpelli: saranno a pagamento?
Nel corso del 2022 sono stati circa 18.000 gli interpelli all’Agenzia delle Entrate: la bozza di legge delega sulla riforma fiscale prevede una novità per le richieste di chiarimenti da parte dei contribuenti.
Se approvata in via definitiva (il Consiglio dei Ministri si riunirà la prossima settimana), la legge delega comporterà un contributo a pagamento per chiunque chieda informazioni all’Agenzia su cartelle e contestazioni fiscali. L’articolo 4 del provvedimento parla infatti di «subordinare l’ammissibilità degli interpelli al versamento di un contributo», il cui importo dovrebbe variare in base a due fattori:
- la tipologia del contribuente
- la tipologia della domanda.
Il motivo è presto detto: disincentivare i cittadini dal riversare sulle spalle del Fisco una cospicua mole di ricorsi e richieste di chiarimento sui tributi da versare. Si calcola che nel 2022 l’Agenzia delle Entrate.
I ricavi servirebbero poi a finanziare la formazione professionale dei dipendenti del Fisco.
Ma le novità non finiscono qui, perché i termini per fornire la risposta saranno sospesi nel mese di agosto e sarà preferito il mezzo delle FAQ per risolvere i dubbi, anche tramite l’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale (chat bot).
Cosa cambierà? Nel dettaglio, la razionalizzazione della disciplina degli interpelli avverrà tramite un mezzo principale che esula dal “dubbio fiscale” e che riguarda una precisazione dei criteri di ammissibilità. L’interpello, ad esempio, sarà escluso nel caso in cui l’Agenzia abbia già elaborato documenti di prassi sulla materia oggetto di richiesta di chiarimento.
L’articolo 16 stabilisce poi la già menzionata sospensione dei termini di risposta nel mese di agosto, attualmente fissati in 90 o 120 giorni in base al tipo di interpello. I termini potranno dunque allungarsi di un mese.
L’eventuale approvazione della norma sui chiarimenti fiscali a pagamento si accompagnerebbe a una serie di altre misure pensate sempre per contenere la mole di richieste che l’Agenzia deve processare. Tra queste, il Governo Meloni starebbe pensando di limitare la possibilità di presentare interpelli al Fisco solo per quei casi in cui non è possibile richiedere risposte tramite i servizi di assistenza rapida.
Milano, 16/03/2023
Cogede
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