Impresa Familiare: Vantaggi e Svantaggi

L'impresa familiare è una ditta individuale costituita dal titolare e dai suoi familiari.
L'avvio di questo tipo di attività presenta il vantaggio non da poco di permettere all'imprenditore individuale di poter usufruire, oltre al proprio, del lavoro del coniuge e dei familiari in modo abbastanza semplice e senza la necessità di avviare una SRL.

Cos'è e come funziona l'impresa familiare

Come detto, per costituire un'impresa familiare è necessario costituire una ditta individuale oppure trasformare una ditta già esistente. La costituzione dell'impresa familiare richiede che venga redatto un atto pubblico o una scrittura privata autenticata in cui devono essere indicati l'attività esercitata dal titolare, gli estremi dei familiari collaboratori e il grado di parentela.

Per poter parlare di impresa familiare occorre che il lavoro svolto dai familiari nell'ambito dell'impresa deve essere abituale e continuativo ed in misura prevalente rispetto ad altre attività lavorative prestate all'esterno. Non può dunque rientrare fra i collaboratori familiari chi svolge un'attività di lavoro dipendente, autonomo o d'impresa in modo continuativo, mentre possono esserlo i pensionati.

In cambio della loro partecipazione all'impresa, i familiari acquisiscono specifici diritti economici e decisionali:
- il diritto al mantenimento in relazione alla condizione patrimoniale della famiglia;
- il diritto a partecipare agli utili dell'impresa familiare, ai beni acquistati con essi e agli incrementi dell'azienda, in misura proporzionale rispetto alla qualità e alla quantità del lavoro prestato;
- il diritto di intervenire nelle decisioni che riguardano l'impiego degli utili e degli incrementi del patrimonio aziendale, la gestione straordinaria, gli indirizzi produttivi e la cessazione dell'impresa;
- il diritto di prelazione in caso di cessione dell'azienda.

La responsabilità dell'azienda ricade esclusivamente sull’imprenditore individuale.
É lui, infatti, a rispondere di tutte le obbligazioni dell'impresa con il suo intero patrimonio personale ed è l'unico che può andare incontro al fallimento.

I vantaggi a livello fiscale

A livello fiscale, i collaboratori dell'impresa familiare rilevano solo se, congiuntamente:
- già prima dell'inizio del periodo d'imposta esiste una formalizzazione del rapporto;
- la dichiarazione dei redditi presentata dall’imprenditore reca l'indicazione della percentuale di utile spettante ai familiari collaboratori;
- nella dichiarazione dei redditi dell'impresa individuale, ciascun familiare collaboratore deve attestare di aver prestato la propria opera in via continuativa e prevalente nell’impresa familiare.
In tal caso, il reddito dell'impresa individuale è distribuito tra l'imprenditore stesso e i suoi familiari collaboratori, tenendo presente che, in ogni caso, all’imprenditore deve essere attribuito il 51% del reddito d'impresa e il rimanente 49% viene complessivamente distribuito fra i familiari collaboratori.
Esiste tuttavia una separazione netta tra il reddito dell’imprenditore e quello dei suoi familiari collaboratori: le perdite d'impresa non sono infatti ripartite e sono tutte di pertinenza esclusiva dell’imprenditore.

Dal momento che il sistema impositivo sulle persone fisiche è strutturata in modo da far pagare sempre più tasse all'aumentare del reddito, avere la possibilità di spalmare le stesse entrate su più persone consente di attenuare la progressività delle imposte e di avere, di conseguenzapiù soldi a disposizione.

Ipotizzando che la nostra ditta individuale abbia percepito un reddito annuo di 100mila euro, subiremo una tassazione pari a circa 35mila euro, con un'aliquota marginale IRPEF del 38%.
Utilizzando l'impresa familiare avremo la possibilità di suddividere lo stesso reddito di 100mila euro tra più componenti della famiglia.
Supponendo di avere un coniuge e i due figli impiegati in azienda, la tassazione scenderebbe fino a 27mila euro complessivi, con un risparmio di circa 8mila euro.

Gli svantaggi in ambito previdenziale

Non vanno tuttavia dimenticate le spese deducibili e detraibili di ciascun componente della famiglia e, soprattutto, i contributi INPS.
Anche nell'impresa familiare, infatti, ogni componente è chiamato a versare i suoi contributi previdenziali.

Tenendo buono l'esempio precedente, se la nostra azienda familiare guadagnasse 100mila euro all'anno potrebbe non fare alcuna differenza finale, tuttavia molte ditte individuali hanno redditi molto inferiori.
Supponendo di avere un'impresa familiare in cui lavorano marito e moglie e che guadagna 30mila euro l'anno, per entrambi avremmo un versamento minimo di contributi INPS di circa 4mila euro all'anno calcolati su circa 15mila euro ciascuno.
Inoltre, più si abbassa il reddito complessivo e minore è l'effetto di riduzione dell'IRPEF, riducendo via via la convenienza dell'impresa familiare.

 

 

Milano, 11/03/2021

Cogede
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