Il Ritratto di Carola: al timone di Sea Watch

Chi è la capitana della barca più discussa degli ultimi giorni che ha portato in salvo 42 migranti a Lampedusa?

Bianca, tedesca e di 33 anni.  Laureata in conservazione ambientale alla Edge Hill University nel Lancashire, con una tesi sugli albatros, Carola Rackete ha lavorato per uno dei maggiori istituti oceanografici tedeschi, l’Alfred Wegener Institute,dal 2011 al 2013 dov’era al timone di una nave rompighiaccio nel Polo Nord. Ha poi lavorato per Greenpeace nella Artic Sunrise dove pilotava piccole barche per escursioni tra le isole Svalbard, nel mare Glaciale Artico.

L’Impegno con Sea Watch

La sua collaborazione con Sea Watch inizia con un mese di volontariato nel Maggio 2016 che poi la spinge ad impegnarsi con l’ong, specializzata in aiuto umanitario e soccorso in caso di calamità, in maniera continua diventando coordinatrice e responsabile dei contatti con “Moonbird” e “Colibrì”, gli aerei di ricognizione di Sea Watch.  Carola racconta di sé i privilegi di essere nata in Germania, in un paese ricco con il passaporto giusto e di sentire l’obbligo morale di aiutare chi non aveva le sue stesse opportunità.

L’incriminazione

Carola era consapevole di andare incontro a un’incriminazione per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina quando, due settimane fa, aveva recuperato in mare 42 migranti e per portarli in salvo, aveva ignorato il divieto di Salvini ed è entrata nelle acque italiane.  Abbandonati dall’Europa per gestire le vite dei migranti sia Carola che Sea Watch hanno confermato di non avere altra scelta in quanto, nonostante ampiamento contestato, il Regolamento di Dublino sia ancora in vigore e renda difficile la gestione dei migranti.

Il Regolamento di Dublino

Il Regolamento di Dublino è una direttiva dell’Unione Europea che attribuisce ai paesi dove sbarcano i migranti in cerca di asilo politico l’obbligo di fornirgli un ambiente di accoglienza dignitoso dove soggiornare mentre la loro richiesta di asilo politico viene valutata.  Visto che i migranti navigano le acque del mediterraneo, sono i paesi a Sud dell’Europa a dover sostenere e gestire la maggior parte dei rifugiati.  Essendo parte di un Unione ed avendo tutti i suoi membri l’obbligo di impegnarsi e controllare che i diritti umani vengano rispettati in ogni paese ci si aspetterebbe un po’ più di collaborazione ma ahimè siamo molto lontani che ciò accada.

Cosa Aspetta a Carola

Nel pomeriggio è fissato l’interrogatorio di convalida, il procuratore Luigi Patronaggio e i suoi vice — che contestano alla capitana della Sea Watch 3 i reati di rifiuto di obbedienza a nave da guerra, resistenza o violenza contro nave da guerra e navigazione in zone vietate — hanno chiesto per lei solo il divieto di dimora in provincia di Agrigento dov’è stata ai domiciliari per 24 ore a casa della nonna. Si aprirebbe quindi la strada per il decreto di espulsione dall’Italia già annunciato dal Viminale. Di fronte al giudice, l’attivista di Sea Watch, assistita dall’avvocato Alessandro Gamberini, dovrà chiarire i motivi dello sbarco di venerdì notte nel porto di Lampedusa. La manovra stava per costare caro ai 5 membri dell’equipaggio della motovedetta della guardia di finanza, che stava proteggendo la banchina dall’attracco non autorizzato, in quanto la manovra di Carola per attraccare la Sea Watch al porto di Lampedusa e portare quindi in salvo le persone recuperate 15 giorni prima nelle acque libiche è andata addosso alla nave della guardia di finanza.

Milano, 01/07/2019

Cogede

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