Il No della Cina e il Caos dei Rifiuti

Basta importare rifiuti da riciclare.  Questo è il risultato della campagna di yang laji, la spazzatura straniera, e così quanto deciso dalla Cina, che con questo no categorico ha chiuso le frontiere dei residui riciclabiliPlastica, carta, metalli raccolti con diligenza da milioni di europei, italiani compresi, fino a pochi mesi fa riempivano le navi per andare in Cina a riciclare e ora non ci possono più andare. 

Come mai l’Europa mandava i rifiuti da riciclare in Cina?

La produzione di rifiuti da riciclare in Europa è maggiore rispetto al mercato (europeo) dei prodotti rigenerati e così, se non fosse stato per la Cina, i nostri magazzini sarebbero intasati di materiali da riciclare che non trovano sbocchi di mercato.  Nel 2016, secondo i dati dell’ONU, la Cina aveva infatti importato dai paesi industrializzati (Europa, Giappone e USA) ben 7.3 milioni di tonnellate di rifiuti plastici che sono pari al 70% dei rifiuti plastici raccolti e selezionati.

Qual è la soluzione proposta dall’UE?

L’Unione Europea a fronte di questo no propone come soluzione la riduzione della produzione di rifiuti riciclabili e l’aumento della tassazione per frenare i consumi di imballaggi.  Per capire meglio queste strategie, si vedano i nostri articoli sul CONAI (Consorzio Nazionale per la Gestione degli Imballaggi) e sul bando ai prodotti di plastica monouso.

La posizione dell’Italia

Possiamo dire che il nostro paese è tra i paesi più bravi a riciclare, in quanto il 71% del vetro e l’83% della plastica immessi al consumo tornano al riciclo.  Ci sono poi i nostri inceneritori, che marciano a ritmo serrato e che, vista la domanda in forte aumento, hanno incrementato le tariffe arrivando a un importo maggiore dei 140 euro per tonnellata.  Quindi, nonostante il nostro posizionamento positivo rispetto a molti altri paesi, la situazione della gestione dei rifiuti continua ad essere non solo molto delicata ma anche progressivamente più difficile, ed è bene quindi applicare le direttive UE in tempo e continuare a ridurre la produzione (e il consumo) del materiale da rifiuto.

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Milano, 24/04/2019