I Fuochi Australiani

Che le temperature del pianeta si stavano innalzando era un concetto noto a tutti.  Gli incendi che stanno divampando e che hanno causato 24 vittime e danni ambientali inestimabili mostra in maniera evidente e brutale cosa succede se ognuno di noi e i governi non adottano misure ambientali e societarie sostenibili il prima possibile. Gli incendi hanno percorso da ottobre a oggi circa 8 milioni di ettari di territorio tra New South Wales, Victoria, Sud Australia e Queensland.

 DA COSA SONO GENERATI GLI INCENDI IN AUSTRALIA

Prevalentemente gli incendi sono generati da fulmini.  L’Australia è infatti una zona soggetta a forti temporali, con vere e proprie palle di fuoco.  Essendo il “bush” australiano, ovvero una savana arida, popolato da piante ad alta infiammabilità l’Australia è sempre stata soggetti a incendi, ma quest’anno gli incendi sono divampati in zone che erano solitamente umide e mai soggette a fuochi.

Giorgio Vacchiano, ricercatore della Statale di Milano, spiega che "Nell'ultimo anno le temperature medie sono state 1.5 gradi più alte rispetto alla media 1961-1990, le massime oltre 2 °C in più, ed è mancato oltre un terzo della pioggia che solitamente cade sul continente. Un'ondata di calore terrestre e marina ha fatto registrare nel Paese temperature record a dicembre (42°C di media nazionale, con punte di 49), mentre la siccità si protrae ormai da ben due anni. Quando l'aria è calda e secca, la vegetazione evapora rapidamente acqua e si dissecca. Più la siccità è prolungata, più grandi sono le dimensioni delle parti vegetali che si seccano. Quando anche le parti più grandi (fusti e rami) perdono acqua, cosa che avviene molto raramente, gli incendi possono durare più a lungo(…). Quello che diffonde le fiamme, invece, è il vento, che spinge l'aria calda generata dalla fiamma sulle piante vicine. Normalmente, gli incendi più vasti si verificano infatti in giornate molto ventose. Incendi molto grandi e intensi sono addirittura in grado di crearsi il vento da soli: l'aria calda sale così rapidamente da lasciare un "vuoto": per riempirlo, accorre violentemente altra aria dalle zone circostanti. Il risultato è una firestorm, il "vento di fuoco", con il quale l'incendio si auto-sostiene fino all'esaurimento del combustibile disponibile".

IL CLIMATE CHANGE

Il 2019 è stato l’anno più secco in Australia mai registrato dal 1900 e i le cosidette “giornate di caldo estremo” che in passato erano solo 3 sono state ben 15.  In Australia siamo ora solo all’inizio dell’estate e a Sydney settimana scorsa sono stati registrati 49 gradi. Gli effetti di questi fuochi sono poi devastanti in quanto incendi creano erosione, aumentano il rischio idrogeologico e rischiano di rendere a loro volta ancora più grave la crisi climatica sia a livello globale, contribuendo all'aumento della CO2 atmosferica (306 milioni di tonnellate emesse finora secondo la NASA, quasi pari alle emissioni di tutto il Paese nel 2018), che locale, depositando i loro residui sui ghiacciai neozelandesi che, resi così più scuri, rischiano di fondersi con maggiore rapidità.

Milano, 17/01/2020

Cogede
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