Green Pass Obbligatorio sul Lavoro

A partire dal 15 ottobre l'Italia sarà il primo Paese europeo in cui non si potrà andare sul luogo di lavoro senza green pass.

Il certificato verde sarà necessario anche per l'accesso a tutti i luoghi di lavoro pubblici e privati e per i lavoratori esterni all'amministrazione o all'azienda.
Certificato verde per colf e baby sitter, ma anche partite IVA e lavoratori che offrono servizi in modo occasionale, come muratori, idraulici ed elettricisti.
Dunque certificato verde per tutti: in base al criterio dell'accesso ai luoghi di lavoro, le uniche categorie che restano fuori dall'applicazione del green pass sono disoccupati, casalinghe e pensionati.

L'estensione generalizzata è stata pensata per aumentare il più possibile le vaccinazioni.

Nel decreto sarà scritto che i lavoratori senza green pass saranno sanzionati, anche severamente, ma non licenziati: è stato infatti confermato il diritto alla conservazione del rapporto di lavoro.

Come funzionano i controlli

Il meccanismo dei controlli inserito nel decreto del governo sarà uguale a quello già in vigore per i settori dove il green pass è stato reso obbligatorio per i lavoratori.
La procedura per i dipendenti pubblici e per quelli privati sarà dunque come quella prevista per il personale scolastico.

All'ingresso degli uffici e delle aziende i dipendenti dovranno esibire la certificazione verde e il responsabile delle verifiche sarà un un delegato individuato dai vertici aziendali, proprio come avviene ora nelle scuole e nelle università, con il dirigente che accerta se i docenti e i dipendenti siano in possesso della certificazione.
Il controllo agli ingressi servirà anche a verificare che l’identità del lavoratore corrisponda effettivamente a quella annotata sulla certificazione verde.

Le verifiche ulteriori sull'autenticità del green pass, come le date della vaccinazione o del tampone, a meno che non si tratti di contraffazioni palesi, possono essere effettuate direttamente oppure richiedendo l'intervento delle forze dell'ordine per accertamenti relativi a eventuali falsi, che possono far scattare anche la denuncia.

Le sanzioni per il settore pubblico saranno uguali a quelle già previste per il personale scolastico e, trattandosi di un unico provvedimento, anche il settore privato verrà allineato.

Il governo garantisce che non si arriverà in nessun caso al licenziamento del lavoratore.
Al momento dell’ingresso chi non ha il green pass non potrà essere ammesso all’interno delle aziende e verrà considerato assente ingiustificato. La violazione dell'obbligo di certificazione valida sarà punita con una multa compresa fra 400 e 1000 euro e può essere aumentata in caso di contraffazione del documento.
Dopo cinque giorni di assenza ingiustificata il rapporto di lavoro viene sospeso e non sono dovuti retribuzione e altri compensi o emolumentiLa sospensione del rapporto di lavoro non è qualificabile come sanzione disciplinare e la riammissione in servizio è subordinata al possesso di un certificato verde valido.

Scontro sui tamponi

I sindacati chiedono di rendere gratuiti i tamponi per i lavoratori dei settori pubblico e privato che rifiutano di sottoporsi al vaccino e il governo sta valutando di ritoccare ulteriormente verso il basso il prezzo calmierato che era stato definito quando è stato imposto l'obbligo di green pass per il personale scolastico.
Il tampone sarà gratuito per le persone fragili, mentre per gli altri sarà probabilmente definita una finestra in cui non sarà a pagamento soltanto in attesa della prima dose, poi si dovrà invece pagare.
Non sono esclusi accordi tra aziende private e lavoratori, perché in quel caso l'onere non sarebbe comunque a carico dello Stato.

 

 

Milano, 17/09/2021

Cogede
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