Giorni difficili per Wall street

Wall Street e il mercato mondiale: premessa

Nel 1929, in America, si verificò un evento epocale che avrebbe segnato la situazione economica del mondo intero per diversi anni. Quella che ancora oggi è ricordata come "grande depressione" si scatenò in maniera fulminante nel mese di ottobre del 1929, anche se, in realtà, questa derivò da un boom azionario che si manifestava in maniera praticamente ininterrotta già da diversi anni. Quello che accadde dopo quel drammatico mese di ottobre ebbe conseguenze impensabili, causando livelli inimmaginabili di disoccupazione con una crisi economica di dimensioni planetarie.Al giorno d’oggi un fenomeno simile non potrebbe manifestarsi con la stessa facilità di quanto avvenne nel 1929, anche grazie ai maggiori controlli effettuati sui capitali, ma certo è che quando Wall Street si trova in difficoltà il mondo intero inizia a tremare. Proprio come sta accadendo in questi primi giorni di febbraio.

Il crash del 5 febbraio 2018

 

Quello che è accaduto a Wall Street in data 5 febbraio 2018 non ha di certo dell’incredibile, ma fa comunque notizia. Nella giornata in questione, infatti, denominata appositamente "lunedì nero", si è assistito ad un tonfo della borsa americana praticamente annunciato, e ciò lo si può evincere dalle chiusure in negativo (seppur di minore impatto) dell’ultima settimana di gennaio. Si è arrivati così al 5 febbraio, giorno in cui Wall Street è arrivata a toccare l’incredibile (in negativo) valore di -6%. Il dato fa riflettere, soprattutto se si tiene conto del fatto che rappresenta il peggior risultato dal 2011. La giornata si è poi chiusa con un "più rassicurante" -4,6%, ma ciò non toglie che il problema va ricercato in una serie di attenuanti necessarie per dare una spiegazione del fenomeno.

Effetti e cause

 

Andando a ritroso, e partendo quindi dagli effetti che il crollo di Wall Street ha generato nel mondo intero, è possibile osservare come l’influenza americana si sia manifestata anche oltreoceano, sia nel continente asiatico che in Europa, con le borse che hanno segnato in maniera abbastanza uniforme dati in negativo. Spostandosi invece dal punto di vista delle cause, gran parte degli analisti imputano la perdita a problemi di tipo meteorologico, come già accaduto in passato. Non è la prima volta, infatti, che i crolli peggiori della borsa (non solo americana) si sono manifestati in seguito al maltempo, e se poi ci si mette di mezzo anche il fine settimana (o l’inizio settimana, come in questo caso) il risultato non può che essere negativo. Già, perché la maggior parte dei crolli azionari, come da tradizione o da "legge" dei mercati, avviene come da prassi nel primo o nell’ultimo giorno della settimana, quando gli operatori di borsa si trovano a dover prendere decisioni importanti a proposito dell’apertura o della chiusura dei mercati.In realtà, nonostante il crollo della borsa, c’è da dire che la situazione americana non è affatto delle peggiori, come lo stesso presidente Trump si trova a ripetere più volte durante le sue conferenze: sino a poco prima del lunedì nero, Wall Street ha segnato risultati particolarmente positivi, segno di come l'economia a stelle e strisce vada a gonfie vele. E c’è anche chi "benedice" il crollo di febbraio, fondamentale per evitare un'altra situazione simile a quella del '29 quando lo scoppio della bolla speculativa causò molto più che una perdita del 6% a fine giornata.

Milano, 8/02/2018

Team Cogede Consulting
Il Commercialista di Milano e di Pavia