D.L. "Sostegni": e i Contratti a Termine?

Fra le più importanti novità del decreto "Sostegni", approvato dal Consiglio dei Ministri il 19 marzo 2021, anche la proroga senza causale dei contratti a termine almeno fino al 31 dicembre 2021.
Il ritorno alla disciplina ordinaria dei rapporti a tempo determinato è stato rinviato nuovamente, al momento fino al 2022: per tutto il 2021 quindi continuerà ad applicarsi sui contratti a termine il regime speciale.

Senza il decreto "Sostegni", infatti, dal 1 aprile 2021 sarebbe tornato in vigore il regime ordinario.
La normativa, così come modificata dal decreto "Dignità", prevede fra le altre cose l'obbligo per il datore di lavoro di indicare la causale che giustifica la proroga o il rinnovo di un contratto di lavoro a tempo determinato.
L’efficacia di questa disposizione è stata sospesa inizialmente dal decreto "Rilancio" che, in virtù dell'emergenza sanitaria, ha allargato le maglie della disciplina per agevolare aziende e lavoratori.

Normalmente, l'azienda sarebbe infatti vincolata ad indicare i motivi alla base di un contratto individuale di lavoro a termine.
Al fine di incentivare l'occupazione e ridurre il precariato, il decreto "Dignità" aveva ristretto il campo di applicazione della disciplina del contratto a termine e aveva, in concreto, vincolato i contratti a termine a motivi specifici, le cosiddette “cause del termine del contratto”.

Le causali previste sono:
- esigenze temporanee e oggettive, estranee all’ordinaria attività;
- esigenze di sostituzione di altri lavoratori;
- esigenze connesse a incrementi temporanei, significativi e non programmabili, dell'attività ordinaria.

L'obiettivo dichiarato del decreto "Dignità" sarebbe quello di contrastare la precarietà, scoraggiando il ricorso di contratti a termine e spingendo le aziende ad avviare più contratti a tempo indeterminato.
Una rigidità che spesso, anche prima del Covid, aveva un effetto paradossalmente contrario, scoraggiando le aziende e nuocendo all'occupazione.

 

 

Milano, 24/03/2021

Cogede
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