Covid e Lavoro: la Prospettiva di Bill Gates

Il mondo sta per cambiare. Ne è certo il multimiliardario e filantropo Bill Gates, che ha le idee chiare su cosa ci aspetterà in fondo al tunnel dell’epidemia.

«Sento spesso le persone chiedere e chiedersi quando torneremo a una vita normale - spiega il co-fondatore di Microsoft - Ma non noto quasi mai ragionamenti su cosa può essere considerato normale dopo un periodo come quello che stiamo vivendo, che di normale ha ben poco».

Secondo Gates, infatti, sarà la quotidianità stessa a imporre un cambiamento radicale: chi saprà meglio interpretare le dinamiche del dopo pandemia avrà un indubbio vantaggio su coloro che penseranno ancora di poter tornare alla vita prima del virus.

«È scorretto domandarsi quando torneremo alla normalità - ammonisce il magnate dell’high tech - Occorre, piuttosto, cercare di capire come potrà cambiare la suddetta normalità».

«A cambiare per primo - ipotizza il filantropo - sarà lo scenario lavorativo, con lo smart working che, andando avanti, diventerà una costante con tutta una serie di prevedibili conseguenze in termini di diminuzione di traffico urbano, ferroviario e aereo».

Già adesso lo smart working spopola fra i colossi dell’high tech, con Facebook, Twitter o la stessa Microsoft, in prima linea fra le aziende che hanno offerto la possibilità ai propri dipendenti di trasformare la situazione contingente in una scelta di vita definitiva

«Si moltiplicheranno i mezzi e le modalità che consentiranno di lavorare da casa quasi al 100% - sottolinea il multimiliardario - ma al contempo assisteremo ad una decisa penalizzazione nelle interazioni con amici e colleghi».

Meno viaggi e meno circolazione di persone, quindi, con un impatto potenzialmente molto positivo sull’ambiente ma altrettanto doloroso sui rapporti sociali.                 
Lo stesso magnate non sottovaluta il problema e le sue conseguenze, per le quali invita sin da subito a mettere sul tavolo possibili soluzioni sul medio lungo periodo. 

«La mia previsione - conclude Bill Gates - è che circa il 50% dei viaggi di lavoro verrà meno e passeremo più del 30% in meno di giorni in ufficio».

Il terzo uomo più ricco del mondo alle spalle di Jeff Bezos ed Elon Musk immagina quindi una realtà forse ancora più individualista di quella che conosciamo, con le persone completamente immerse nella dimensione virtuale per quanto riguarda affari e lavoro, ma sempre più sole e isolate, con poco tempo e poco spazio per pochi, selezionati, amici.

Le conseguenze antropologiche, psicologiche e culturali sono imprevedibili, ma l’uomo, a detta di Aristotele animale sociale per sua stessa natura, si adatterà trovando nuove soluzioni.

 

Milano, 27/11/2020

Cogede
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