Ciao Kobe
Domenica 26 Gennaio 2020. Un giorno amaro per tutti gli amanti del basket e, in generale, per tutti gli amanti dello sport. Si spegne improvvisamente e violentemente sulle colline di Calabasas, Los Angeles, il campione dei Lakers Kobe Bryant. Un incidente mortale che vede il suo elicottero schiantarsi senza possibilità di sopravvivenza e che si trasforma in una vera e propria tragedia in quanto insieme a lui si spengono le vite della sua figlia maggiore, Gianna, di 13 anni, la sua compagna e coetanea di squadra, la famiglia e la coach di quest’ultima e il pilota.
Il gruppo stava andando a una partita di basket organizzata dalla scuola fondata da Kobe e nella cui squadra ci giocava appunto la figlia.
Kobe era un gigante con il cuore d’oro. Da sempre dedicato allo sport, ha iniziato a giocare a basket quando aveva solo 3 anni. Cresciuto per in Italia, dove il padre giocava nella squadra del Reggio Emilia, Kobe parlava un italiano fluente e amava il nostro paese sentendolo per sempre la sua casa. Tifava addirittura del Milan!
Sempre sorridente fuori dal campo, durante le partite era imbattibile, competitivo e tenace, tanto da ottenere 60 punti a fine carriera. Ha salutato infatti la sua squadra del cuore, i Lakers, dove ha giocato per più di vent’anni, nel 2016, con una trionfale cerimonia di addio per uno dei più grandi sportivi di sempre.
Cresciuto come cattolico e in Italia, ha sposato quasi 20 anni fa la sua Vanessa con la quale ha avuto 4 figlie, da lui chiamate principesse. La più piccola è nata la scorsa estate. In una delle sue interviste, gli avevano chiesto quando Kobe aveva intenzione di fare un figlio maschio, di modo che portasse avanti la sua tradizione e il suo impegno sportivo. E Kobe aveva risposto che quando gli chiedevano queste cose, sua figlia e seguace, Gianna, gli diceva di rispondere: “ma quale figlio maschio, ci penso io papà!”.
Milano, 27/01/2020
Cogede
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