Bonus Renzi post analisi

Il bonus di 80 euro voluto da Renzi nel 2014 ha suscitato sempre un grande interesse, e ora, passati tre anni dalla sua entrata in vigore è possibile tirarne le somme.

Analisti, economi e politici in questi giorni si stanno scontrando sull'utilità del bonus Renzi, confrontando costi e benefici derivanti da questo strumento, attraverso uno studio effettuato dalla Banca Centrale Europea, è possibile farsi comunque un'idea oggettiva sull'utilità della stessa.

Bonus Renzi

Il Bonus Renzi è stato ideato per fornire a tutti i lavoratori nella fascia compresa fra gli 8 mila euro e i 24 mila euro un bonus di 80 euro mensili in busta paga; il bonus arriva anche a chi è nella fascia fino a 26 mila euro, ma in modalità frazionata.

Le due correnti di pensiero principali parlano o di strumento di mera propaganda elettorale o di "diminuzione della pressione fiscale" atto a incentivare i consumi; la verità come spesso accade sta nel mezzo.

Pro Vs Contro

Sebbene il meccanismo di erogazione, delle volte arzigogolato, ha portato alcuni soggetti a dover restituire il bonus o semplicemente a non avere quanto sperato nel momento sperato, sta di fatto che il bonus è stato erogato e le regole erano chiare fin dall'inizio a chiunque volesse comprenderle; criticare il fatto che la quota percentuale, (17 %) del fondo bonus, di chi aveva reddito complessivo lordo superiore ai 25 mila euro, era maggiore della quota percentuale (10 %) assegnata alla fascia basso reddito 8 - 9 mila euro, è solo una sterile critica atta a lamentarsi sempre e comunque, poiché poco è sempre meglio di niente.

Altri dati possono evidenziare come la fasce più svantaggiate non abbiamo avuto il maggior sostegno da parte del bonus, ma bisogna comunque ammettere che un sostegno, prima inesistente, è stato erogato.

Guardare oltre

Bisogna saper guardare oltre la critica futile e cercare di comprendere un progetto, non a breve periodo, di più ampio raggio:

a fronte di una spesa di 5,9 miliardi i consumi sono aumentati di 3,5 miliardi, vuol dire che a fronte di un aumento di consumi sicuramente anche la produzione si è conseguentemente adeguata, che vuol dire più posti di lavoro (o la non perdita di ulteriori posti di lavoro), che vuol dire probabilmente l'impiego di quella fascia di reddito più debole che la critica ha usato, invece come arma difensiva; il credito così erogato non diventa più un costo a sostegno della fascia più debole, ma un investimento atto a impiegare la fascia più debole oggi, per farla essere meno debole domani. Se il tutto il bonus fosse stato erogato ad esempio per chi è nella fascia degli 8 mila euro, probabilmente non ci sarebbe stata un altrettanto aumento dei consumi ma solo un aumento dei risparmi e quella fascia stessa avrebbe trovato non solo meno possibilità di trovare lavoro ma anche più voglia di rimanere nella situazione di essere aiutati.

L'unica cosa certa però rimane che nulla è certo, se fosse possibile prevedere che un diverso tipo di investimento avrebbe portato a maggior benefici, allora la crisi non esisterebbe;

960 euro in più all'anno per la maggior parte della classe media italiana sono ciò che più si avvicina alle promesse di un abbassamento delle tasse; promessa, quasi mai mantenuta, ma sempre usata da tutte le forze politiche di tutti i tempi.

Milano, 20/09/2017
Team Cogede Consulting
Il Commercialista di Milano e di Pavia