Avviso di Accertamento: Come Fare?
Come comportarsi quando si riceve un avviso di accertamento dell'Agenzia delle Entrate?
Tutti i tributi necessitano di una valutazione sulla sussistenza del presupposto, sulle eventuali agevolazioni fiscali spettanti e sull'identificazione dei soggetti passivi.
Dopo la trasmissione della dichiarazione dei redditi all'Agenzia delle Entrate, questa effettua i controlli delle dichiarazioni con i poteri che la legge le concede, fra cui quello di effettuare accessi, ispezioni e verifiche presso la sede del contribuente e di effettuare indagini bancarie.
L'atto finale di questa fase istruttoria è l'avviso di accertamento, che viene notificato al contribuente e contro il quale il destinatario può sia difendersi sia fuori dal tribunale, grazie agli istituti dell'autotutela e dell'accertamento con adesione, che in giudizio, impugnando l'avviso di accertamento con ricorso alla commissione tributaria provinciale competente.
Che cos'è l'avviso di accertamento
Si tratta di un provvedimento amministrativo con cui l'Agenzia delle Entrate richiede al contribuente il versamento di un tributo erariale (imposta sul reddito delle persone fisiche, imposta sul reddito delle società, imposta sul valore aggiunto, imposta regionale sulle attività produttive, imposta di registro) che l'interessato ha omesso in tutto o in parte di pagare sulla base della sua capacità contributiva.
L'accertamento assume nome e caratteristiche differenti a seconda del metodo con cui viene determinato il maggior reddito imponibile.
Per le persone fisiche occorre distinguere l’accertamento analitico dall’accertamento sintetico.
L'accertamento analitico è effettuato quando sono note le fonti dei redditi del contribuente e si arriva al reddito complessivo sommando i redditi delle singole fonti. Per questa ragione deve essere motivato con riferimento analitico ai redditi relativi alle sei categorie reddituali (redditi di lavoro autonomo, redditi di lavoro dipendente, redditi d'impresa, redditi di capitale, redditi fondiari e redditi diversi) che caratterizzano l'IRPEF, ossia l'imposta sui redditi delle persone fisiche.
L'accertamento sintetico invece è quello che determina il reddito complessivo delle persone fisiche in base delle spese sostenute dal contribuente in un certo anno d'imposta.
I fatti o gli indici su cui può fondarsi un accertamento sintetico sono determinati, in genere, dal tenore di vita oppure dagli investimenti effettuati, confrontando il reddito complessivo dichiarato con le spese sostenute dal contribuente.
Se le spese, in un determinato anno di imposta, superano di gran lunga il reddito dichiarato in quel medesimo anno, risulta evidente che il contribuente deve fornire delle spiegazioni al fisco.
Avviso di accertamento dell’Agenzia delle Entrate: come contestarlo in via stragiudiziale?
Una volta che il contribuente ha ricevuto un avviso di accertamento può scegliere fra più alternative.
Innanzitutto può presentare un'istanza di autotutela per richiedere all'Agenzia delle Entrate l'annullamento dell'avviso di accertamento notificato, che ritiene totalmente o parzialmente illegittimo e infondato.
L’autotutela può essere esercitata su richiesta del contribuente o anche d'ufficio, sia in pendenza di una causa giudiziale, sia dopo che l'avviso di accertamento è diventato definitivo per mancata impugnazione e può riguardare qualsiasi atto impositivo emesso dall'Agenzia delle Entrate.
Un'altra via percorribile da parte del contribuente che ha ricevuto la notifica di un avviso di accertamento è quella di presentare un'istanza di accertamento con adesione all'Agenzia delle Entrate.
Questa procedura apre una fase di confronto fra l'Agenzia delle Entrate ed il contribuente: se dal contraddittorio emerge un accordo, a questo segue l'accertamento conforme all’accordo sottoscritto dal funzionario dell'Agenzia delle Entrate che ha emesso l’atto impositivo e per adesione dal contribuente.
La procedura si perfeziona col versamento delle somme dovute entro venti giorni dalla sottoscrizione dell'accertamento con adesione.
Il versamento può anche essere rateizzato in otto rate trimestrali, se l'importo da pagare non è superiore a 50mila euro, altrimenti, per importi superiori, il pagamento può essere rateizzato in sedici rate trimestrali.
Avviso di accertamento dell’Agenzia delle Entrate: come contestarlo in via giudiziale?
Quando la via stragiudiziale non va a buon fine, al contribuente non rimane che impugnare l'avviso di accertamento presentando ricorso alla commissione tributaria provinciale per richiederne l'annullamento.
Il ricorso deve contenere:
- l'indicazione della commissione tributaria provinciale a cui è diretto il ricorso;
- le generalità di chi propone il ricorso;
- la residenza, se persona fisica, o la sede legale, se si tratta di persona giuridica;
- l'indicazione del codice fiscale e della PEC;
- l'indicazione dell’ufficio dell’Agenzia delle Entrate nei cui confronti il ricorso è proposto;
- l'indicazione del numero dell'avviso di accertamento impugnato;
- l'oggetto della domanda ed i motivi di impugnazione.
Il ricorso dev'essere sottoscritto, a pena di inammissibilità, dal difensore del contribuente.
Sono abilitati all'assistenza tecnica, se iscritti nei relativi albi professionali:
- avvocati;
- dottori commercialisti;
- consulenti del lavoro;
- ragionieri.
Per le controversie di valore fino a 3mila euro il contribuente può difendersi personalmente, senza l'assistenza tecnica di un difensore abilitato.
Per valore della lite si intende l'importo del tributo al netto degli interessi e delle eventuali sanzioni irrogate con l'avviso di accertamento.
Milano, 01/06/2021
Cogede
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