Amazon cresce grazie a Trump

Se da un lato l'Europa cerca di limitare lo strapotere dei Big del Web, dall'altro, Trump concede ad Amazon incentivi stratosferici.

Grazie anche a queste agevolazioni, Amazon, già 5 mesi fa, ha raggiunto persino Apple, entrando di diritto nel super esclusivo club delle società che valgono 1.000 miliardi di dollari; così Jeff Bezos, fondatore di Amazon, è diventato l’uomo più ricco del mondo, superando anche lo storico fondatore di Microsoft, Bill Gates.

Il regalo di Trump ad Amazon

Nonostante Jeff Bezos criticò Donald Trump, durante le elezioni presidenziali del 2016, oggi Bezos si ritrova a doverlo ringraziare per circa 11 miliardi di ragioni, tanto è il guadagno, praticamente raddoppiato nel 2018 rispetto il 2017, su cui Amazon non pagherà tasse.

Il vantaggio economico ottenuto da Amazon, è in parte dovuto al trattamento fiscale agevolato sulle retribuzioni basate su azioni che offre ai suoi dipendenti, e dall'altra parte, al credito d’imposta per la ricerca e sviluppo, voluto dalla riforma di Trump, di cui Amazon usufruisce di una deduzione fiscale del 100 per cento per gli investimenti sulle attrezzature; senza dimenticare il piccolo rimborso federale, riguardo l'imposta sul reddito, pari a 129 milioni di dollari che deve sicuramente aver contribuito a migliorare il rapporto e la collaborazione fra i soggetti coinvolti.

Intanto in Europa 

In Europa e in Italia l'atteggiamento verso i Big del Web è esattamente l'opposto, la maggior parte degli stati europei sta cercando di limitare il potere di queste grandi compagnie, che penalizzano fortemente i mercati locali, senza apportare sufficienti introiti alle casse dello stato.

La Web Tax

In Italia, il tentativo di limitare la crescita dei Big del Web prende il nome di Web Tax: un emendamento non ancora entrato in vigore, che potrebbe vedere la sua luce nel 2019. La Web tax prevederà così un'imposta sulle vendite digitali del 3%, da applicare alla pubblicità online, forniture di servizi e beni attraverso piattaforme digitali e trasmissione di dati raccolti sempre attraverso piattaforme digitali, andando a penalizzare proprio le grandi compagnie come Amazon e Google.

Seguici su: 


 

FacebookInstagramLinkdin

 

Milano, 26/02/2019